Colomba

I popoli del Mediterraneo e del vicino Oriente rappresentavano la Dea della Fertilità, madre e nutrice, sempre accompagnata da questi uccelli fino a diventare essi stessi simbolo della Madre dei Cieli,

Nel modo greco antico la colomba era Afrodite stessa anche i Romani la collegavano ad una dea, sacrificando questi uccelli a Venus Columba, Dea dell’Amore e della Fertilità. Secondo Ovidio il cocchio stesso di Venere è trainato da colombe. La colomba diventa così simbolo della passione, della castità e dell’amore carnale, nonché dell’anatomia sessuale femminile (anche nella cultura indiana la colomba rappresenta il desiderio sessuale). Gli antichi chiamavano perciò le colombe “uccelli di Venere”, perché frequentano assiduamente il nido e stimolano l’amore del compagno con tenere toccate di becco (baci), ma erano anche caste, perché si accoppiano con un solo partner.

 

Nell’iconografia romana, l’anima dell’uomo era una colomba che scendeva da Afrodite ad animare il corpo, ed era sempre una colomba a rappresentare l’anima che tornava al divino dopo la morte. Da questa immagine, i cristiani avrebbero derivato la credenza che le anime dei santi si trasformassero al momento della dipartita in colombe bianche che, uscendo dalle loro bocche, spiccavano il volo verso il cielo. Nella tradizione giudaico-cristiana l’elemento amoroso-passionale, che fino a quel momento conviveva con la dimensione religiosa, è ancora rintracciabile ma diventa sempre più simbolo dell’amore divino. Un esempio si trova nei versi del Cantico dei Cantici: “come sei bella, amica mia, come sei bella! Gli occhi tuoi sono colombe, dietro il tuo velo” e in un altro punto: “i suoi occhi come colombe su ruscelli d’acqua”.

 

Nelle catacombe dei primi cristiani la colomba rappresentava la pace e la serenità dell’anima, e le stesse nicchie in cui venivano posti i morti erano dette columbaria ed erano decorate con le immagini di questi uccelli.

 

Da fonti bibliche nasce probabilmente anche l’identificazione della colomba con il perdono: la Genesi racconta infatti che Noè, dalla sua arca, lasciò andare una colomba, e che essa fece ritorno portando in bocca un ramoscello d’ulivo, a indicare che il Diluvio Universale aveva avuto fine e che gli uomini, perdonati da Dio, erano nuovamente ammessi sulla Terra. In generale, la colomba è ancora oggi associata all’innocenza, alla tenerezza e alla purezza.

 

Oltre che ai matrimoni, le colombe vengono infatti tradizionalmente rilasciate anche ai funerali, a simbolizzare la speranza, il volo al cielo dell’anima salva, la fine delle preoccupazioni e degli affanni della vita terrena, la pace e l’eterno riposo.